Inserita il 27 mar 2009
Il Centro di Studio per la Difesa del Malato scrive al Ministro Brunetta, impegnato per arginare gli sprechi della pubblica amministrazione anche originati dalla cattiva gestione della sanità pubblica, per avanzare la propria proposta di "registrazione" dell'informazione resa al paziente e del suo eventuale consenso informato, nonchè per segnalare gli sprechi che le strutture affrontano per una cattiva gestione del contenzioso del quale è spesso responsabile la compagnia di assicurazione delle ASL e l'inerzia, addebitabile alle strutture stesse, nel pretendere dalla compagnia di assicurazione chiarezza e buona fede nell'adempimento al contratto di assicurazione. Ora attendiamo una risposta dal Ministro.
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Inserita il 26 mar 2009
Leggi il pezzo de La Tribuna di Treviso, qui riprodotto:
Finti poveri, nel mirino le gravidanze
la tribuna di Treviso — 17 marzo 2009 pagina 17 sezione: CRONACA
«Sono almeno due anni che il nostro sindacato dei medici di base, lo Snami, denuncia irregolarità alla Procura e alla Corte di Conti». La dottoressa Elena Villani, medico di famiglia e responsabile per l’Usl 7 del Sindacato nazionale autonomo medici italiani, non è rimasta stupita dall’indagine della Guardia di Finanza di Treviso che ha sollevato lo scandalo dei «finti poveri» e delle esenzioni del ticket. I medici di base dello Snami, al quale aderiscono 110 dei 160 che operano nell’Usl di Pieve di Soligo, da anni hanno sollecitato controlli sia da parte della Procura che delle Corti dei Conti. Loro, i dubbi che alcune esenzioni ticket fossero «poco trasparenti», li avevano espressi dal 2007. Non si erano mossi solo per via amministrativa, con scambi di lettere interne all’Usl 7, ma compiendo atti ufficiali. Si erano rivolti ad un legale, l’avvocato Nicola Todeschini che, dopo aver messo nero su bianco le loro richieste di accertamento, aveva fatto scattare le denunce per irregolarità. «Ma nonostante le denunce, tutte documentate, non abbiamo mai avuto risposte», spiega la responsabile per l’Usl 7 dello Snami, la dottoressa Elena Villani che a Pieve di Soligo coordina il sindacato che, per primo, si è domandato se tutte quelle richieste di esenzioni che arrivavano sia a lei che ai suoi colleghi medici di base, fossero regolari. «Poi, abbiamo saputo dai giornali che la Guardia di Finanza di Treviso ha denunciato proprio per le esenzioni oltre 150 persone. Purtroppo, però, crediamo che la situazione non sia molto cambiata rispetto ad anni fa», sostiene ancora la dottoressa Villani che quasi ogni giorno è costretta a segnalare presunte irregolarità ai dirigenti dell’Usl e ai responsabili dei reparti ospedalieri. Ad insospettire maggiormente i medici di base di Pieve di Soligo sono le richieste di esenzione ticket per «gravidanza a rischio» che si vedono arrivare dai colleghi specialisti tramite le loro pazienti. Riguardano le prescrizioni delle analisi da fare durante la maternità: solo nel caso di «gravidanza a rischio» vengono erogate gratis dal sistema sanitario e devono essere contrassegnate dal codice «450». «Troppo spesso ci vediamo arrivare la richiesta di apporre quel codice 450 - dicono gli aderenti allo Snami che sottolineano - siamo preoccupati che i medici di base vengano indotti a commettere un reato amministrativo».
Inserita il 23 mar 2009
Ecco il testo del comunicato stampa di UNC, che vuole vederci chiaro.
Inserita il 23 feb 2009
Pubblichiamo l'integrale risposta del Ministro Zaia che si compiace dell'intervento di UNC. Eravamo certi di un riscontro rapido e non ci rimane che stimolare i consumatori tutti ad attivarsi per rendere proficuo il progetto.
Inserita il 13 feb 2009
Ecco il testo della segnalazione di un paziente che non riesce a mettersi in contatto con il centro prenotazioni della ASL ...
Inserita il 11 feb 2009
Ecco la segnalazione che giunge da Mantova
Inserita il 04 feb 2009
Unione Nazionale Consumatori Treviso e Ascom Vittorio Veneto insieme contro le truffe e le frodi alimentari avvieranno sportelli congiunti per combattere il fenome ed inviare al Minsitro Zaia dati relativi agli abusi che si verificano anche nelle nostre zone. Tali iniziativa, che fa seguito a quella che proprio ieri UNC aveva annunciato, entra nel solco di iniziative congiunte che vedono le forze migliori, trasversali alle categorie tradizionali, combattere insieme contro gli abusi qualsiasi sia la loro fonte. Un'importante iniziativa quindi che testimonia quanto siano utili le sinergie per combattere le condotte illecite.
La notizia sulla Tribuna di Treviso
Inserita il 02 feb 2009
Ricoverato nel 2006 per coxo-artrosi destra, il vitoriese è stato operato in data 21 giugno presso il presidio ospedaliero di Vittorio Veneto ma l'intervento è stato complicato da un'infezione batterica in sala operatoria che non viene però trattata tempestivamente ed il paziente addirittura imprudentemente dimesso, pur ancora affetto da febbre, e ricoverato nuovamente, dopo pochi giorni, e con urgenza poichè la dimissione imprudente aveva causato complicazioni che avevano pregiudicato nel frattempo i reni, causando anche un edema polmonare acuto mettendo in pericolo la sua sopravvivenza. Successivamente operato ad Oderzo nei primi mesi dell'anno successivo, il povero paziente veniva di nuovo ricoverato d'urgenza perchè fossero trattati postumi dell'infezione che avevano nel mentre creato ulteriore pregiudizio. Solo nel mese di marzo le condizioni si stabilizzavano ed il paziente nuovamente trasferito ad Oderzo ove veniva sostituita la protesi. Ancor oggi il malcapitato subisce i postumi dell'errore essendo sottoposto a cicli di terapia ed importanti dolori.
Decide quindi di vederci chiaro ed incarica l'Avv. Nicola Todeschini d'istruire appositi approfondimenti medico legali che, recentemente, hanno determinato l'affermazione di una chiara responsabilità dell'ospedale di Vittorio Veneto e quindi dell'ULSS 7, alla quale giungerà idonea richiesta danni per svariate migliaia di euro tenuto conto che il maggior danno patito dal paziente è pari a ben 20 punti d'invalidità permanente, e la maggior durata della malattia sfiora i duecento giorni e si aggiunge a sofferenze rilevantissime subite dal paziente.
La moglie, che ha avuto un confronto con dirigenti della struttura ai quali ha chiesto spiegazioni in ordine all'imprudente dimissione del marito, riferisce di aver anche dovuto registrare una sconcertante risposta: sarebbero attribuibili solo agli appetiti dei pazienti le molte richieste di risarcimento del danno che giungono all'ULSS e non a veri casi di malasanità. Gli accertamenti eseguiti confermano però, ancora una volta, che la prudenza anche nel prendersi gioco delle lamentele dei malati non è mai troppa e che, piuttosto, anzichè provocata, la moglie del paziente gravemente danneggiato avrebbe dovuto essere consolata dopo la presentazione delle doverose scuse.
Se l'errore è evento umano, il suo commento e le reazioni ai suoi effetti possono invece essere esclusi da una corretta ed opportuna disamina degli eventi. Anche tale filtro contribuisce alla c.d. gestione del rischio che si palesa, come non mai, una chimera per molte strutture.
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